sabato 27 gennaio 2018

Concerto pro Avsi - 3 marzo 2018


“LA CASA DOV’È?”

“Attraverso Schubert diventammo tutti fratelli e amici” (Spaun)

musiche di Franz Schubert


Mariangela Sicilia soprano

Giulio Giurato pianoforte   Stefano Cinnirella clarinetto



Sabato 3 marzo – ore 18:00
Oratorio San Filippo Neri - via Manzoni 5 – Bologna
Ingresso a offerta libera – posto non numerato
I posti verrano tenuti riservati fino alle 17:45
  
Prenotazione


La Campagna Tende di AVSI (Associazione Volontari per il Servizio Inter-nazionale) è un’iniziativa che anno dopo anno porta aiuti a milioni di persone, attraverso la promozione di iniziative libere volte a raccogliere fondi e a far conoscere l’associazione e le diverse situazioni che sostiene nel mondo, circa centocinquanta progetti in trenta Paesi. Quest’anno la Campagna Tende è intitolata “La casa dov’è?” e i progetti da sostenere sono quattro: in Siria, Uganda, Iraq e Italia.
A Bologna la disponibilità e generosità di alcuni amici di AVSI hanno portato alla ideazione di una Schubertiade, cioè la riproposizione di un vero e proprio evento caratterizzato dalla musica di Franz Schubert, dalla convivialità e da una particolare condivisione tra tutti i partecipanti. Presentati da Lisa Bellocchi, il bravissimo soprano Mariangela Sicilia, fresca dei successi della recente “Bohème” bolognese, insieme a Stefano Cinnirella astro nascente del clarinetto, si esibiranno con il loro insegnante di Musica da camera durante gli studi a Cosenza, il pianista bolognese Giulio Giurato, in una speciale condivisione musicale ereditata grazie al maestro viennese Jörg Demus. Il benvenuto sarà curato da Manuel Terzi, noto produttore di caffè e tè pregiati, e Gabriele Spinelli, cuore della pasticceria Dolce Salato di Pianoro, con i loro prodotti d’eccellenza, partiti da Bologna, già diffusi e ampiamente apprezzati all’estero.
L’evento, grazie all’ospitalità dei Padri Filippini e della Fondazione del Monte, si terrà il 3 marzo 2018 dalle ore 18 nell’Oratorio di San Filippo Neri, in via Manzoni 5 a Bologna. L’ingresso è a offerta libera e, data la disponibilità limitata dei posti, sarà possibile prenotarsi attraverso il sito https://avsibologna.blogspot.it  dove si troveranno anche notizie sui promotori, sugli artisti e sul programma. I posti prenotati online verranno tenuti fino a 15 minuti prima dell’inizio, e poi saranno ceduti ai non prenotati eventualmente in attesa.

Approfondimenti:

COSA È A.V.S.I.

Associazione Volontari per il Servizio Internazionale

Realizziamo progetti di cooperazione allo sviluppo con particolare attenzione all’educazione. Cardine di ogni progetto è la difesa e valorizzazione della dignità della persona. Operiamo in tutto il mondo grazie a un network di 35 enti, nostri soci fondatori, e di oltre 700 partner.
Fondazione AVSI, anche nelle situazioni di emergenza, lavora per favorire uno sviluppo sostenibile e duraturo. A tal scopo si impegna in progetti che puntano agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, previsti dall’agenda 2030, e nei quali la persona, con la sua famiglia e comunità, è accompagnata a diventare protagonista di sviluppo. Per questo AVSI investe le sue energie nella valorizzazione delle organizzazioni della società civile. Si ispira alla Dottrina sociale della Chiesa Cattolica.


LA CASA DOV'È? CAMPAGNA TENDE 2017-18

Ripartire insieme a Myriam. La nuova campagna tende di AVSI
Tra Dostoevskij e Jovanotti: “La casa dov’è?”, il titolo della Campagna Tende di quest’anno, ha la densità dell’autore russo e il ritmo delle canzoni di Jovanotti, in particolare di una. L’autore di “Delitto e castigo” fa dire a un certo punto a uno dei suoi personaggi queste parole: “Bisognerebbe proprio che ogni uomo avesse almeno un posto dove andare”. E Jovanotti nella sua canzone “Questa è la mia casa”, si chiede: la mia casa dov’è?

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PROGRAMMA

Franz Schubert
(1797-1828)

Quattro Improvvisi op. 90 (D. 899 – 1827)
n. 1 in do minore: Allegro molto moderato
n. 2 in mi bemolle maggiore: Allegro
n. 3 in sol bemolle maggiore: Andante
n. 4 in la bemolle minore-maggiore: Allegretto

Giulio Giurato, pianoforte

* * *
“Du Bist die Ruh” op. 59 n. 3, D. 776 (Rückert, 1823)
“Ständchen” da “Schwanengesang D. 957 (von Rellstab, 1828)
“Nacht und Träume” op. 43 n. 2, D. 827 (von Collin, 1823)
“Gretchen am Spinnrade” op. 2, D. 118 (Goethe, 1814)
“Der Hirt auf dem Felsen” op. 129, D. 965 (Müller – von Chezy, 1828) *

Mariangela Sicilia, soprano
Giulio Giurato, pianoforte
* Stefano Cinnirella, clarinetto


“ATTRAVERSO SCHUBERT DIVENTAMMO TUTTI FRATELLI E AMICI” 
(Spaun)

L'idea di un concerto per la Campagna Tende AVSI con musiche interamente dedicate a Franz Schubert, il grande compositore viennese morto a soli 31 anni lasciando circa un migliaio di composizioni tra le quali tanti capolavori, è nata per la particolare sensibilità e storia del compositore al tema della casa e della Patria. È come se la ricerca umana della felicità fosse espressa in modo unico nella sua opera attraverso l'incompiutezza (della propria vita, oltre che della celebre Ottava Sinfonia) e l'essere vagabondo, viandante nel mondo ("wanderer"),  senza una vera dimora. Lasciata per sempre la casa paterna, ferita che influenzò gran parte della sua opera successiva, negli ultimi anni della sua cortissima vita, Franz moltiplicò e perfezionò sempre più la sua produzione musicale, grazie all'alveo protettivo di una ristretta schiera di amici, accomunati dalla vita per l'arte. Questi pittori, musicisti e letterati, condividendo veramente tutto (Schubert quasi sempre era ospite per dormire, mangiare, spesso persino i vestiti erano a prestito), lo valorizzarono stimandolo un genio assoluto e preservando la sua arte da possibili interferenze negative. Guadagnandone reciprocamente: scrive Bauernfeld "Schubert possiede l'esatta misura di ideale e reale. Per lui la Terra è bella". E Spaun: "attraverso Schubert diventammo tutti fratelli e amici". Il tema del "wanderer", spesso presente nei suoi lieder, è dunque intrecciato con quello della Patria e della sua casa anelata; Franz scriverà nel suo diario: "... Sono straniero ovunque... O terra, dove sei? Vago silenzioso, infelice, e tra i singhiozzi mi chiedo sempre: dove? Il vento mi risponde: Là dove tu non sei, c'è la felicità".
I suoi Quattro Improvvisi per pianoforte opera 90, scritti nel 1827, l’anno prima della morte, sono considerati tra i suoi capolavori e tra le invenzioni più ispirate della Storia della Musica. Seguono liberamente un percorso simile ad una Sonata in quattro movimenti; nel primo si pongono, ossessivamente, le domande più importanti della vita, sempre nuove (quasi in forma di variazione) nell’impatto col reale, alternate a un tema musicale dolcissimo e bellissimo, quasi consolazione di una Presenza ineffabile. Nel secondo, una sorta di unione tra due valzer opposti, viene sintetizzato il dualismo sempre presente nella vita, che può essere leggera (il moto perpetuo della prima parte sembra descrivere una farfalla in volo), e improvvisamente virare nel dramma più angoscioso. Nel celeberrimo terzo Improvviso, vero e proprio “lied” senza parole, il sentimento quasi estatico viene solo minimamente scosso dai problemi e le ombre dell’esistenza: la Bellezza è presente e non si può far altro che contemplare.  Nel quarto Improvviso, detto anche “piccola cascata”, quasi si può rinvenire, descritto dalle note, un cammino attraverso il bosco, al fianco di un ruscello che con il suo mormorio suscita nostalgia, dove il ramingo protagonista riscopre la speranza colpito improvvisamente dalla gioia incontenibile di una festa con canti e balli, assolutamente imprevista; la meditazione dolorosa della parte centrale, quasi un grido, non può impedire che riprenda il sopravvento la gioia incontrata.
Il lied è una composizione per voce e pianoforte, in genere in forma molto semplice, il cui testo è solitamente una poesia. Schubert ne è stato il re indiscusso, con gli oltre seicento lieder scritti, alcuni dei quali ammirati da Beethoven, che affermò: “…in questo Schubert c’è davvero una scintilla divina!” In “Du bist die Ruh” (Tu sei la pace), il protagonista intuisce che l’esigenza di una dimora trova parzialmente risposta nella presenza della persona amata. L’immaginario percorso alla ricerca di questa “casa” pacificante prosegue, nella proposta di programma, con “Standchen” (“Serenata”) dove il desiderio dell’amata diventa vera e propria passione, e “Nacht und Träume” (“Notte e Sogni”), che constata “O santa notte, tu stai per finire: così svaniscono anche i sogni, come il raggio di luna nelle stanze, nel silenzioso cuore dell'uomo”; fino al capolavoro assoluto “Gretchen am Spinnrade” (Margherita all’Arcolaio), con testo tratto dal Faust di Goethe. Il grande poeta tedesco afferma qui genialmente che “La sua assenza è per me la tomba, tutto il mondo è per me diventato come fiele”. La grandezza di Schubert sta nell’aderire con la musica alla perfezione a questi testi, restituendoceli, con la potenza e l’espressività del canto, nella veste dell’universale linguaggio della musica.

Chiude la serata il celebre “Der Hirt auf dem Felsen” (“Il Pastore sulla Roccia”), un meraviglioso lied più lungo con l’aggiunta di un clarinetto, che dalla iniziale funzione di eco della voce si trasforma poco a poco, genialmente, in commento drammaturgico in mirabile unità con la voce e il pianoforte. Questo trio, scritto nel 1828, è considerata l’ultima composizione di Schubert. Il testo è simile, nell’ambientazione e nelle domande esistenziali, al “Canto Notturno di un Pastore errante dell’Asia” di Giacomo Leopardi, scritto dal poeta recanatese nei due anni successivi alla morte del compositore austriaco. Alla conclusione tragica della poesia del nostro (vv. 141-143: «forse in qual forma, in quale / stato che sia, dentro covile o cuna, / è funesto a chi nasce il dì natale»), risponde la speranza inattesa, come una bella giornata, del testo del lied: “Verrà la primavera, la primavera, la mia amica, ora dunque mi preparo, pronto per il cammino.” E si conclude con la stessa frase dell’inizio, quando il pastore era alla ricerca e si imbatte nel mistero dell’eco tra le montagne (ben impersonato dal clarinetto), “Quanto più lontano giunge la mia voce, tanto più chiara mi ritorna l'eco dal profondo”. Quasi una risposta possibile a quelle domande: ascoltando l’eco della mia voce mi accorgo della profondità del reale, di essere fatto, che c’è Qualcuno che mi fa adesso, che mi dona le persone e le cose e che mi attende in Paradiso (Primavera), l’anelata dimora nuova di zecca. Pur presentendo la morte imminente, come si evince da altre composizioni di poco precedenti (su tutte la Fantasia in fa minore per pianoforte a quattro mani), la speranza di Franz Schubert, in questo suo lied del congedo dal mondo, sta tutta nella percezione di una Presenza buona che attende ciascuno al termine del cammino terreno.
(a cura di Giulio Giurato)


CURRICOLA


Stefano Cinnirella è nato a Modugno (BA), ma vive a Cosenza. Ha studiato nel Conservatorio di musica “S. Giacomantonio” di Cosenza, dove ha frequentato la classe di Musica da Camera del M° Giulio Giurato e ha conseguito, nel 2017, il Diploma Accademico di Secondo Livello con il massimo dei voti, sotto la guida del M° Filippo Feroleto. Si è perfezionato con vari docenti di chiara fama internazionale, tra i quali Karl Leister e Fabrizio Meloni. Ha frequentato l’Internationale Stichting Masterclass ad Apeldoorn con il M° Charles Neidich, solista di fama internazionale, e il corso di perfezionamento “I Fiati”, sotto la guida del M° Alessandro Carbonare nella prestigiosa Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Si è inoltre perfezionato in clarinetto basso con il maestro Lorenzo Iosco. Vincitore di numerosi concorsi nazionali e internazionali, nel 2016 si è aggiudicato il primo premio al Concorso Internazionale di Musica “Luciano Luciani”. Si è esibito in Austria, Olanda, Francia, Romania. Ha inoltre suonato con varie orchestre, tra cui l’Orchestra Giovanile Aleramica, con le quali ha effettuato alcune registrazioni, e l’Orchestra Napolinova. Ha collaborato con il famoso chitarrista Gilberto Gil. Ha partecipato, nel 2013, al prestigioso Festival di Musica Contemporanea “UrtiCanti” a Bari, in qualità di clarinetto basso. Oltre a proseguire la sua attività concertistica, attualmente insegna clarinetto presso i corsi preaccademici del Conservatorio di Musica “F. Torrefranca” di Vibo Valentia.


RASSEGNA STAMPA ESSENZIALE DEGLI ARTISTI


Mariangela Sicilia, al suo debutto al Costanzi, nel ruolo di Teresa, è stata la più bella sorpresa della serata. Gran voce e carattere da vendere."
Il Messaggero
Benvenuto Cellini, Teresa – Teatro dell'Opera di Roma 2016

"Il Teatro San Carlo di Napoli scopre una nuova Violetta. Debutta in questa parte difficilissima la giovane Mariangela Sicilia, e subito s’impone per autorevolezza scenica e vocale. Possiede indubbie doti di attrice, e una voce di soprano lirico-drammatico che dà al personaggio il giusto peso teatrale. La sua interpretazione va in crescendo, a mano a mano che Violetta abbandona la veste scintillante della cortigiana e, attraverso il sacrificio di rinunciare alla propria redenzione per amore di una sconosciuta, diventa donna, eroina e infine angelo che vola al cielo.  Mariangela Sicilia canta bene nel primo atto, ma si sente che i folli gorgheggi di Violetta, che rappresentano la sua personalità alienata, la intimidiscono ancora un poco; dal secondo atto, invece, la sua voce, assestata nel registro drammatico, si muove agevolmente tra parole scolpite con forza e canto melodico, sfumato nelle sonorità, sempre duttile, morbido ed espressivo. "
Paolo Gallarati, La Stampa
La Traviata, Violetta – Teatro San Carlo di Napoli 2017

"Corinna (Mariangela Sicilia, splendida) tesse un infinito inno di lode al re"
Sandro Cappelletto, La Stampa
Il Viaggio a Reims, Corinna – Teatro dell'Opera di Roma 2017


Giulio Giurato ha suonato diverse volte in concerto a quattro mani con Jörg Demus, collaborazione che ha segnato profondamente la sua musicalità; nel 1998 per la Società del Quartetto di Vicenza, in un concerto della storica stagione interamente dedicato a Schubert, il duo ha suscitato vivissimi apprezzamenti di pubblico e critica: "Grande successo del concerto del celebre pianista viennese e del suo allievo Giulio Giurato … nella Fantasia in fa minore di Schubert … Demus e Giurato ci hanno riconsegnato un affresco di stupefacente bellezza, di solidità tecnica, profondo lirismo e pienezza sonora…" (Eva Purelli sul Giornale di Vicenza).
Con lo SchuberTrio, formazione fondata nel 2000 con i fratelli Noferini (Roberto al violino e Andrea al violoncello): ha scritto Piero Mioli a proposito del concerto al Premio Marco Biagi 2007: “Apoteosi e autentica sorpresa della serata è poi stato il Trio in re minore op. 107 di Marco Enrico Bossi…Sul corpo della potente composizione i tre giovani interpreti hanno dato libero sfogo ad un’arte espressiva completamente padrona sia della tecnica strumentale che della pertinenza stilistica.” Dopo l’integrale per Trio con pianoforte di Schubert del 2003, nel 2009 è stato pubblicato il CD “Trii di Marco Enrico Bossi” e nel 2011, in prima registrazione mondiale e riscuotendo entusiastici consensi di pubblico e critica, il secondo CD dell’integrale di Musica da Camera di Marco Enrico Bossi prevista in cinque CD, tutte registrazioni Tactus. È di imminente uscita il quarto volume con la Musica da Camera con archi e fiati. Andrea Milanesi su Tracce ha scritto: "...interpreti dotati di intelligenza, sensibilità e virtuosismo, capaci di seguire nota dopo nota il respiro quasi fisiologico di queste partiture". Così Jörg Demus dopo aver ascoltato il CD dei Trii di Bossi: "Complimenti vivissimi. Mi avete dato una grande gioia musicale e anche il mio bravo, bravissimo a tutti e tre gli esecutori... È un disco eccellentissimo e vi mando le mie congratulazione sincere". Ancora Demus sul secondo CD dell’integrale da camera di Bossi: "Carissimo Giulio, ho risentito il disco Bossi e devo aggiungere ancora una cosa: il tuo contributo è eccellente! Si nota già nei preludi pianistici dei primi pezzi, dove si sente una personalità musicale che sa fraseggiare e declamare... Tu sei veramente l’anima della vostra interpretazione…". Anche il terzo CD, l’opera integrale a quattro mani di Bossi registrata da Giulio Giurato e Paola Borganti, pubblicata nel 2015, è stato accolto da favorevoli consensi: “Eccellente esecuzione d'un repertorio rarissimo. Mi ha fatto grandissimo piacere” (Jörg Demus); " ... si ha la netta impressione di un lavoro molto importante. Complimenti! Per la musica che avete scelto e per il vostro intelligente e valido lavoro" (Pippo Molino); "… grazie del bel dono bossiano... me lo gusto anche grazie alla lodevolissima esecuzione" (Piero Mioli). 


Stefano Cinnirella, Clarinetto
“He’s a very talented guy, who can do very good in the next future” - Valentin Uryupin
“... a very musically exibition, full of colours and passion. I really appreciated it.”  - Tibor Reman




TESTI dei LIEDER ... e traduzione                                          
DU BIST DIE RUH
Testo di Friedrich Rückert
TU SEI LA PACE

Du bist die Ruh,
Der Friede mild,
Die Sehnsucht du,
Und was sie stillt.

Ich weihe dir
Voll Lust und Schmerz
Zur Wohnung hier
Mein Aug und Herz.

Kehr ein bei mir
Und schliesse du
Still hinter dir
Die Pforte zu.

Treib andern Schmerz
Aus dieser Brust!
Voll sei dies Herz
Von deiner Lust.

Dies Augenzelt,
Von deinem Glanz
Allein erhellt,
O füll es ganz!
Tu sei la pace,
la dolce tranquillità,
sei la nostalgia,
e ciò che l'appaga.

A te io consacro
piena di gioia e dolore,
quale dimora
gli occhi e il cuore.

Entra in me
e richiudi
in silenzio dietro a te
la porta.

Allontana il dolore
da questo petto!
Pieno sia questo cuore
della tua letizia.

Questo sguardo
dal tuo solo splendore
illuminato,
riempilo tutto!

STÄNDCHEN
Testo di Ludwig von Rellstab

Leise flehen meine Lieder
Durch die Nacht zu dir;
In den stillen Hain hernieder,
Liebchen, komm zu mir!

Flüsternd schlanke Wipfel rauschen
In des Mondes Licht;
Des Verräters feindlich Lauschen
Fürchte, Holde, nicht.

Hörst die Nachtigallen schlagen?
Ach! sie flehen dich,
Mit der Töne süßen Klagen
Flehen sie für mich.

Sie verstehn des Busens Sehnen,
Kennen Liebesschmerz,
Rühren mit den Silbertönen
Jedes weiche Herz.

Laß auch dir die Brust bewegen,
Liebchen, höre mich!
Bebend harr' ich dir entgegen!
Komm, beglücke mich!




SERENATA

Sommessi nella notte
I miei canti ti supplicano;
Diletta, vieni da me
Giù nel bosco silenzioso!
Sussurrando stormiscono le flessuose cime degli alberi
Nella luce lunare.
Non temere, amata,
Il traditore che origlia ostile.
Senti cantare gli usignoli?
Ah! ti implorano,
Con i dolci lamenti
Ti supplicano per me.
Capiscono l'ardente desiderio del mio cuore,
Conoscono il male d'amore,
Commuovono con toni argentini
Ogni cuore sensibile.
Lascia che anche il tuo cuore si commuova,
Amata, ascoltami!
Tremante ti attendo con ansia!
Vieni, colmami di felicità!




NACHT UND TRÄUME
(Matthäus von Collin)




NOTTE E SOGNI

Heil'ge Nacht, du sinkest nieder;
Nieder wallen auch die Träume
Wie dein Mondlicht durch die Räume,
Durch der Menschen stille Brust.
    


Die belauschen sie mit Lust;
Rufen, wenn der Tag erwacht:
Kehre wieder, heil'ge Nacht!
Holde Träume, kehret wieder!    


O santa notte, tu stai per finire;
così svaniscono anche i sogni,
come il raggio di luna nelle stanze,
nel silenzioso cuore dell'uomo.
 
  


Egli con piacere li spia;
li richiama, sul far del giorno:
torna indietro, o santa notte
o sogni d'incanto, tornate indietro!
    


GRETCHEN AM SPINNRADE
(Johann Wolfgang von Goethe)

MARGHERITA ALL'ARCOLAIO

Meine Ruh ist hin,
Mein Herz ist schwer,
Ich finde sie nimmer
Und nimmermehr.

Wo ich ihn nicht hab,
Ist mir das Grab,
Die ganze Welt
ist mir vergällt.

Mein armer Kopf
Ist mir verrückt,
Mein armer Sinn
Ist mir zerstückt.

Nach ihm nur schau ich
Zum Fenster hinaus,
Nach ihm nur geh ich
Aus dem Haus.

Sein hoher Gang,
Sein' edle Gestalt,
Seines Mundes Lächeln,
Seiner Augen Gewalt.

Und seiner Rede
Zauberfluss,
Sein Händedruck,
Und ach, sein Kuss!

Mein Busen drängt
Sich nach ihm hin.
Ach dürft ich fassen
Und halten ihn,

Und küssen ihn,
So wie ich wollt,
An seinen Küssen
Vergehen sollt!
La mia pace è perduta,
il mio cuore è pesante,
io non la ritroverò più,
mai più.

Dove io non ho lui
è per me la tomba,
tutto il mondo
è per me amareggiato.

La mia povera testa
mi ha dato di volta,
il mio povero cervello
mi è andato in pezzi.

Verso di lui soltanto guardo
fuori dalla finestra,
per lui soltanto
esco di casa.

Il suo alto portamento,
la sua nobile figura,
il sorriso della sua bocca,
il potere dei suoi occhi.

E il magico fluire
del suo discorso,
la stretta della sua mano
e, ah! il suo bacio!

Il mio petto anela
verso di lui.
Ah! potessi prenderlo
e tenerlo.

E baciarlo
così com 'io vorrei,
dovessi morire
dei suoi baci!




DER HIRT AUF DEM FELSEN
Testo di Whilhelm Muller e Helmina von Chezy (parte centrale)
IL PASTORE SULLA ROCCIA
Wenn auf dem höchsten Fels ich steh',
Ins tiefe Tal herniederseh',
Und singe:
Fern aus dem tiefen dunklen Tal
Schwingt sich empor der Widerhall
Der Klüfte.

Je weiter meine Stimme dringt,
Je heller sie mir widerklingt
Von unten.
Mein Liebchen wohnt so weit von mir,
Drum sehn ich mich so heiß nach ihr
Hinüber.

In tiefem Gram verzehr ich mich,
Mir ist die Freude hin,
Auf Erden mir die Hoffnung wich,
Ich hier so einsam bin.

So sehnend klang im Wald das Lied,
So sehnend ldang es durch die Nacht,
Die Herzen es zum Himmel zieht
Mit wunderbarer Macht.
Der Frühling will kommen,
Der Frühling, meine Freud,
Nun mach ich mich fertig,
Zum Wandern bereit.

Je weiter meine Stimme dringt,
Je heller sie mir widerklingt
Von unten.
Quando sto sulla cima, più alta,
guardo giù nella valle profonda,
e canto:
dalle remote profondità della valle oscura
si alza l'eco e rimbomba
dai precipizi rocciosi.

Quanto più lontano giunge la mia voce,
tanto più chiara mi ritorna l'eco
dal profondo.
Il mio amore abita lontano da me,
per questo anelo tanto caldamente a lei,
di là.

Di profondo dolore mi struggo,
la gioia mia è scomparsa,
m'è svanita la speranza sulla terra,
resto qui tanto solo.

Così nostalgico risuonò nel bosco il canto,
così nostalgico risuonò nella notte,
attrae i cuori verso il cielo,
con meravigliosa potenza.
Verrà la primavera,
la primavera, la mia amica,
ora dunque mi preparo,
pronto per il cammino.

Quanto più lontano giunge la mia voce,
tanto più chiara mi ritorna l'eco
dal profondo.